La storia dell’uomo: etnologia, antropologia e tradizioni popolari

Ci sono alcune discipline che studiano l’uomo sia dal punto di vista prettamente fisico, che da quello di appartenenza a una società. Etnologia, antropologia e studi delle tradizioni popolari (terminologia preferita in ambito di studi italici) sono di prezioso ausilio per comprendere la storia dell’umanità.

Antropologia: lo studio dell’uomo

L’origine del termine è riferito allo studio dell’uomo dal punto di vista naturalistico. In tutto il corso del XIX secolo, l’antropologia ripercorreva la storia dell’uomo considerando sia gli aspetti dell’evoluzione propriamente fisica che quelli delle società di cui aveva fatto parte. La denominazione “antropologia culturale” si riferisce proprio allo studio dell’uomo come “animale sociale”.

Etnologia: lo studio dei popoli

Gli studi etnologici ebbero forte impulso in Gran Bretagna e in Francia. Inizialmente legati ad esigenze di conoscere (e di conseguenza dominare meglio) le popolazioni che abitavano i territori coloniali, si è ben presto trasformata in un emozionante viaggio alla scoperta delle culture non-occidentali. Gli stessi studiosi hanno via via capito l’importanza della conoscenza in questo ambito come veicolo per l’accettazione del diverso, la promozione della tolleranza e la necessità di preservare gli usi e i costumi di popolazioni che avevano avuto una storia diversa da quella occidentale.

Tra i principali primi esponenti dello studio dell’uomo secondo questa prospettiva, che purtroppo coincideva con un’inevitabile “storia delle dominazioni”, vi sono Bronislaw Malinowski e Claude Levi-Strauss, del quale non possiamo non citare Tristi Tropici, forse l’opera che, con lo stesso fascino di un romanzo, mette in discussione il concetto di progresso come inevitabile e necessario. Scritto negli anni Trenta, ripercorre un viaggio nelle profondità del Brasile, mettendo in luce i contrasti e gli sconvolgimenti causati dalla colonizzazione.

Gli studi delle tradizioni popolari in Italia

A partire da Ernesto de Martino, passando per il compianto Diego Carpitella, gli studiosi italiani che si sono occupati di conservare e raccontare il patrimonio culturale italiano sono moltissimi. L’Italia è stata la culla di un’incredibile varietà di società, che hanno sviluppato dialetti, arte, musica e cultura materiale.

È un patrimonio di inestimabile valore, fatto di racconti, di tradizioni tipiche, credenze, ritualità ed esperienze di vita. Tutti questi fattori sono legati indissolubilmente alla storia delle singole aree e regioni del nostro paese, e spesso sono il risultato della commistione tra cultura dominante e subalterna. In ogni caso, sono parte integrante della storia dell’Italia.