La tradizione - Le prime tracce della tradizione laniera nella famiglia Piacenza risalgono alla fine del 1600. Un incendio nel 1812 mandò alle fiamme parte dell’archivio storico della famiglia.
Dai più antichi documenti salvatisi si presume che la fondazione della ditta sia da far risalire al 1733. Questa lontana data pone il Lanificio Piacenza fra i più antichi della storia conosciuta. Certo il più antico a gestione di continuità così assolutamente familiare. L’Azienda nacque a Pollone, borgo delle prealpi biellesi.
Epoca quella, in cui le varie operazioni di filatura, tessitura e finissaggio della lana e dei tessuti venivano tutte eseguite, ovviamente a mano, dagli abitanti della zona nelle rispettive abitazioni.
Il primo insediamento della Piacenza ebbe il preciso scopo di concentrare ed organizzare al meglio l’approntamento dei diversi prodotti.
Fu Pietro Francesco Piacenza affiancato dal figlio Francesco a dare vita alla prima manifattura laniera di Pollone.
Per favorirne lo sviluppo ed offrire conseguentemente posti di lavoro alla popolazione il Comune di Pollone decise, come ricorda un antico documento datato nel 1750, di vendere in perpetuo i diritti d’acqua del torrente Oremo. Acqua dalle qualità uniche e preziose per il trattamento della lana.
Con l’Azienda felicemente avviata l’attività della famiglia passa a Carlo Antonio Piacenza che accelera l’espansione della ditta aprendo due nuovi gruppi di stabilimenti nel 1819.
Gli si affianca, alcuni anni più tardi, il figlio Giovanni che per primo, in Italia, nel campo tessile introduce una particolare ed innovativa lavorazione dei pannilana in svariati disegni.
Lavorazione ed innovazione di tecnica e stile che diede un nuovo impulso allo sviluppo della fortuna dei Piacenza, codificando quell’intraprendenza professionale, caratteristica intrinseca della famiglia tutta.
Allo stesso periodo risale l’inizio della realizzazione del Parco Burcina, conosciuto oggi come Parco Felice Piacenza. Parco botanico fra i più ammirati per la rarità e la vetustà delle sue piante ad alto fusto e per la unica fioritura dei rododendri.
Gli anni che concludono il secolo XIX sono anni di nuovi progetti, e nuovi rivoluzionari macchinari si affiancano agli impianti più tradizionali.
Attenti a ciò che avviene nel mondo, i Piacenza rafforzano i contatti con il resto dell’Europa. L’ingegnere francese Pierre Simon Girard, inventore di un tipo particolare di turbina idraulica, viene chiamato da Felice a Pollone come consulente e realizza, per la F.lli Piacenza, la prima centrale idroelettrica del Biellese, con deviazione di acque del torrente Oropa.
Nel 1911 Felice Piacenza eresse a Torino un secondo e moderno lanificio.
Fondò e fu il primo Presidente della Filatura di Tollegno.
Nel 1900 fu il promotore e primo Presidente dell’Unione Industriale Biellese, sorta col compito di regolamentare i rapporti fra l’impresa ed il mondo del lavoro.
La necessità di poter disporre di personale sempre più preparato ed esperto è, nel 1912, all’origine del Lanificio Scuola Felice Piacenza eretto poi ad Ente Morale. Sempre di quegli anni è il completamento del Parco della Burcina con la famosa collezione di rododendri. A 94 anni, due anni prima della sua scomparsa, scrisse un libro sulla storia di Pollone.
Cavaliere del Lavoro dalla Fondazione dell’Ordine, Ufficiale della Corona del Regno d’Italia, Commendatore di S. Maurizio.
Tre furono i figli di Felice Piacenza a cui venne trasmessa l’eredità di professionalità ed avventura della famiglia.
Guido, a
ttratto dall'entusiasmo d’allora per il volo in mongolfiera, nel 1910 conquistò il primato italiano d’aerostato, raggiungendo l’altitudine di 9400 metri. E sempre con la propria mongolfiera gareggiò alla famosa Gordon Bennet.
La passione per il volo lo vede nel 1910 tra i promotori del primo campo d’aviazione biellese.
Nel 1912 organizza e dirige la traversata del Congo con una spedizione di 200 portatori.
Nel 1921 dedica la propria attenzione ai lavori di bonifica dell’isola di Giannutri, organizzando gli scavi archeologici e di restauro della villa romana di Domi-zio Enobardo. (Nella foto Guido Piacenza tra gli scavi).
Mario effettuò la prima ascensione sul monte Dyktan (5220 mt.)
Sempre nello stesso viaggio salì il monte Ararat (5200 mt.) in Armenia, il monte Demoven (5800 mt.) in Persia, il Kargashili Tan (4800 mt.) nel Turkestan cinese. Nel 1911 compie una celebre scalata del Cervino per la Cresta Fuergen, oggi nota come la via Piacenza. Nel 1913 diresse l’esplorazione della zona occidentale dell’Himalaya con rilevazione di cime e ghiacciai, fece la prima ascensione sulla cima Nun Kum (7000 mt.) sulla Z2 Italia (6200 mt.). Del 1913 è la sua spedizione sui monti del Sikkin (8500 mt.).
Enzo Piacenza (1892-1968), figlio ultimogenito di Felice, non potrà seguire i grandi itinerari dei fratelli a causa della prima guerra mondiale, che lo vedrà impegnato al fronte. Appassionato "guidatore", vinse la corsa in salita Aosta-Gran San Bernardo nel 1922, stabilendo il record del tempo (38'9''2). Egli riprende con tenacia e slancio a ricostruire dalle fondamenta l’azienda che aveva chiuso per la crisi del 1929.
Nasce così la prima industria italiana per tessuti da donna d’alta moda.
Esporta alla Haute Couture di Parigi Dior, Fath, Balenciaga, etc. e a quella di New York.
Il suo grande stile, la sua sensibilità al colore e a ciò che è bello, lo fanno subito primeggiare.
Durante l’ultima guerra, si ingegna ad impiegare peli animali vari, in sostituzione della lana ormai introvabile.
Sarà ricevuto da S.M: il Re che si congratulerà, ed insignito dell'ordine di "Cavaliere del Lavoro".
In memoria del padre, dona il terreno per il nuovo ingresso al parco, che da allora si chiamerà Parco Felice Piacenza alla Burcina e, affiancato dall'arch. Porcinai, traccerà questa strada e quella che condurrà alla vetta, dove troverà spazio per la coltura dei bulbi di primavera e dei ciliegi giapponesi.
Negli ultimi suoi anni, si dedicherà con grande entusiasmo e competenza alla passione della famiglia: la Botanica.
Giovanni Piacenza (1926-1994), il primo dei sei figli di Enzo, fu presidente del Lanificio F.lli Piacenza e responsabile finanziario del Gruppo.
Fu presidente dell'Unione Industriale Biellese, della Fondazione "Lanificio Scuola Felice Piacenza", del Rotary Club e vice presidente della Città Studi di Biella. Impegnato come pubblico amministratore, presiedette alla Fondazione famiglia Piacenza.
Durante l’ultima guerra il paesaggio economico dell’Europa muta radicalmente e la prima decisione della F.lli Piacenza, appena uscita dal periodo bellico, è quella di rivolgersi alla clientela confezionista già diffusa e conosciuta all’estero ma ancora in fase iniziale in Italia. La F.lli Piacenza è tra le prime aziende italiane del dopoguerra ad esportare tessuti, fino a raggiungere un 70% dell’intera produzione destinata all’esportazione.
Nuove esigenze, nuovi metodi richiedono nuovi spazi: viene progettato e costruito un nuovo stabilimento con lo specifico scopo di produrre tessuti di alta qualità servendosi di tecniche, esperienza e modi dell’antica tradizione affiancati dalle tecnologie più avanzate. L’impresa familiare Piacenza fa parte di quel “Gotha” internazionale, Les Hénokiens, fondato in Francia nel 1981, che raggruppa industrie almeno bicentenarie, che siano sempre appartenute alla stessa famiglia e che godano di buona salute.
Oggi Riccardo Piacenza è il presidente di questa Associazione.
La generazione alla guida imprenditoriale dell’azienda è oggi la decima, già largamente affiancata dall’undicesima.
PIACENZA IN CINA - Già nel 1913 Mario Piacenza (1884-1957), in occasione di una sua spedizione di sei mesi nella catena del Karakorum allo scopo di scalare vette oltre i 7000 mt., si appassionò ai finissimi scialli prodotti nella regione del Kashmere e si interessò al materiale impiegato per la loro fabbricazione: un vello strappato dalle capre (Kashmere) e dalle mucche (Yak) che vivevano in quella regione.
Riuscì quindi ad iniziare un’importazione di cashmere sucido proveniente dalla Cina avvalendosi di brokers inglesi.
Dai primi anni ottanta Carlo Piacenza strinse contatti più frequenti con i produttori locali di cashmere, fino ad arrivare ad aprire, nel 1993, un ufficio Piacenza a Pechino. Esso è diretto da un nostro collaboratore cinese, il cui compito è quello di selezionare i lotti di materia prima - scelti nei suoi frequentissimi viaggi all’interno della Cina -, di occuparsi del loro controllo, della consegna e delle prime operazioni di pulizia.
L’ufficio è stato infatti allestito con tutte le attrezzature da laboratorio necessarie per fare i test qualitativi, previo naturalmente un lungo addestramento in Italia della persona incaricata.
Possiamo così con più sicurezza ricevere materiali non inquinati.
PIACENZA IN GIAPPONE - Già agli inizi degli anni '50 Enzo Piacenza sr. scriveva a Nishino Sen-I Co. ad Osaka, inviandogli referenze e coloriture, per poi ricevere ordini che venivano spediti oltre oceano via mare in casse di legno. In seguito fu Guido, figlio di Enzo, a fare nel 1968 il suo primo viaggio in Giappone dando inoltre inizio ai primi rapporti di rappresentanza con Furukawa Trading Co. e con Katsurasyoji Co. ed instaurando i primi legami di amicizia con Sann Freres ed altri clienti di Osaka.
A Guido seguì Enzo, figlio di Giovanni, che dal 1970 divenne il responsabile all'interno dell’azienda dei rapporti con il mercato giapponese. Si instaurò un rapporto con la Yagi Tsusho nella persona di Yorio Yagi. In quel periodo il mercato era in piena evoluzione: si stava riducendo il numero dei grossisti che fino ad allora avevano rappresentato la quasi totalità del fatturato ed apparivano i primi confezionisti, nuovi marchi che desideravano un servizio diverso, più personale, con un contatto diverso con il fornitore. Questa nuova situazione indusse il gruppo Piacenza ad una scelta storica ed unica su questo mercato: nel 1982 venne aperto un ufficio Piacenza a Tokyo. Dal primo ufficio di Akasaka si passò alla palazzina in Yanaka; l’ufficio si trasformò in un vero centro di informazione tra Italia e Giappone sulla qualità e sulla moda; esso diventerà la sede in cui si incontreranno gli stilisti, le trading ed i grossisti per programmare la moda made in Japan.
Nel 1989 il gruppo si appoggiò gradualmente sulla S. Ando. Gli uffici, nel 1990, si trasferirono in Shinjuku dove, grazie all’attenta sorveglianza del Presidente S. Ando, l’immagine Piacenza si consolidò e venne dato inizio all’espansione sull’area del Kansai.
Oggi la Piacenza Japan, con il nuovo ufficio sempre a Shinjuku, è in grado di operare in tempo reale grazie ai collegamenti con il lanificio via modem.
Il servizio ai clienti è l'orgoglio del Gruppo e tutto lo staff dà una grande importanza nel poter mantenere i rapporti di amicizia e stima che da anni legano i due Paesi.
LA FAMIGLIA - Riccardo Piacenza, presidente e direttore generale del Lanificio F.lli Piacenza è a capo di tutte le iniziative collaterali, come le linee di prodotti finiti (Piacenza Solocashmere) e di quelle per gli accessori.
Imposta la politica del Gruppo e ne coordina di volta in volta le complesse strategie.
Dopo il padre Enzo, di cui fu allievo diretto nello stilismo, ha realizzato la trasformazione del prodotto Piacenza da tessuto per la "couture" a tessuto di alta qualità per la confezione, promuovendolo in tutto il mondo.
Le sue realizzazioni, caratterizzate da particolari contenuti di tecnologia d’avanguardia, sono ancora oggi, per certi aspetti, inimitabili.
Emilia Piacenza, figlia di Enzo, è stata a capo dell’industria Mantelli Double Face per circa 30 anni. Fa parte del Consiglio d’Amministrazione della Fratelli Piacenza. È presidente della Fondazione famiglia Piacenza; sindaco di Pollone, come lo furono suo padre Enzo (dal 1938 al 1943) e suo bisnonno Giovanni Francesco (dal 1842 al 1861).
Guido Piacenza, erede della tradizione botanica della famiglia, nel 1973 fonda il Mini Arboretum, dove alla coltivazione di specie rare e pregiate si affianca la progettazione di parchi e giardini. Collabora, in qualità di esperto, alle più qualificate riviste del settore. Dal 1993 è presidente dell'Ente Parco Felice Piacenza alla Burcina e di Italia Nostra, sezione biellese.
Enzo Piacenza, figlio di Giovanni, ha attivato e dirige l’ufficio di Tokyo, occupandosi dell’area commerciale e delle pubbliche relazioni su tutti i mercati dell'Estremo Oriente.
Vittorio Piacenza, figlio di Riccardo, è il direttore finanziario dell’azienda e responsabile commerciale del mercato tedesco. Con i cugini collabora all’impostazione delle collezioni tessuti, oltre ad occuparsi della programmazione.
Carlo Piacenza, figlio di Giovanni, è il direttore commerciale delle linee tessuti uomo e donna, nonché responsabile dell’ufficio acquisti, della produzione e dei rapporti con il personale. Dopo un periodo di addestramento in Australia e Perù, attiva nuove collaborazioni in Cina ed in India.
Barbara Piacenza, figlia di Riccardo, è la responsabile dei centri vendita, che di anno in anno assumono sempre maggior importanza nel diffondere il nome e la qualità Piacenza e sono l’importantissimo contatto diretto con il pubblico.
LA CONOSCENZA OPERATIVA - La F.lli Piacenza acquista le materie prime direttamente ed unicamente nelle zone di origine. Le Alpache provengono dal Perù, i Cashmere più pregiati dalla Mongolia Esterna, le morbide Merinos dagli allevamenti australiani.
Al momento della tosa inoltre Piacenza seleziona e sceglie solo le parti migliori e più adatte ad essere lavorate nei suoi stabilimenti di Pollone.
I nuovi ed attualissimi filati si affiancano ai blendings più raffinati che da sempre l’hanno resa celebre.
Il trattamento delle fibre è giustamente in buona parte tenuto segreto.
Segreto che è tradizione e ricchezza della famiglia e che da più di 250 anni viene tramandato da generazione in generazione e sempre gelosamente conservato.
Negli ultimi anni la quasi totalità della produzione si è specializzata nella realizzazione di tessuti in puro cashmere.
La scelta strategica, decisa nel 1990, indirizzava l’azienda verso un ulteriore incremento nella produzione di alta qualità e solo in quella. La decisione "storica" di presentare la sola collezione invernale e di produrre tutto l’anno unicamente tessuti in cashmere, cashgora, alpaca, angora, è diventata, dopo una preparazione di tre anni, realtà nel 1994.
Altro orgoglio di mantenuta tradizione della Piacenza è il possedere funzionante ed operativo un reparto di garzatura vegetale.
E tutto ciò nonostante la difficile reperibilità dei fiori di cardo, colti ed essiccati in modo corretto, e di artigiani che ancora conoscono l’antico miglior modo di montarli.
Il tempo di una garzatura coi fiori di cardi può anche essere fino a 10 volte maggiore di quello necessario per un'ordinaria garzatura metallica. Ma il risultato che si ottiene da questa pazienza operativa è unico ed inconfondibile, specie all’usura.
I panni vengono, alla Piacenza, lavati con acque sorgive, saponi naturali ed i lavaggi sono comunque sempre lenti e ripetuti.
Fra le diverse fasi delle lavorazioni vi sono ampi intervalli di riposo.
Alle operazioni di finissaggio si alterna così più di un 40% di fasi di riposo del tessuto, in condizioni climatiche specifiche e particolari.
La Piacenza ha un’unica strategia: quella di una produzione destinata alla fascia più alta del mercato e solo a quella.
Fascia culturalmente educata a riconoscersi solo nel meglio.
Fascia di raffinata e selezionata clientela.
La scelta di un tessuto Piacenza è propria dei pochi che possono permettersi di non scendere mai a patti con la qualità.
E solo nella qualità della produzione Piacenza trovano risposta alla loro esigenza assoluta di stile, nome e prestigio.