A questo nobile e antichissimo mestiere - già praticato con maestria nell’antico Egitto, nella Grecia antica, nella Roma imperiale e nel Medio Evo – si era interessato anche Leonardo Da Vinci.
Al Genio, mentre camminava per le strade della sua città, non passarono inosservati né l’intensa attività delle botteghe fiorentine di ‘battiloro’, che nel 1400 pullulavano a Firenze, né il lavoro squisitamente manuale degli artigiani, impegnati nella produzione delle lamine per rivestire i filati di seta e delle foglie per la decorazione di legno e monumenti.
Da grande scienziato qual era, Leonardo Da Vinci colse l’attimo, affinò il suo sottile ingegno, e si mise all’opera. Il risultato fu la progettazione, sul finire del XV secolo, di una macchina altamente ‘innovativa’ per l’epoca: un maglio capace di ridurre lo spessore di una lamina d’oro da 500 a 30 micron. Quella macchina di avanguardia scientifica, contenente alcuni principi tecnici ancora in uso, è stata riprodotta sulla base del disegno stesso di Leonardo, stimabile intorno al 1490, e oggi fa parte del Museo Leonardiano di Vinci, dedicato all’opera di una delle menti più geniali e poliedriche dell’umanità.
Alla realizzazione del macchinario hanno collaborato anche i tecnici della Giusto Manetti Battiloro S.p.A., tra le più antiche imprese di ‘battiloro’ al Mondo, apprezzata su scala mondiale per la versatilità, la precisione e la passione delle lavorazioni. In una parola: per la sua eccellenza.
L’azienda fu fondata nel 1820 da Luigi Manetti, che rilevò in via dei Pescioni, nel cuore di Firenze, una delle tante botteghe di ‘battiloro’, poi trasferita in via del Ponte alle Mosse dal figlio Giusto. Questi impresse visibilità e notorietà nazionali al marchio, divenuto la Giusto Manetti Battiloro, e insieme al figlio Adolfo seppe mantenere l’identità forte dell’impresa. La quale prima superò brillantemente la ‘crisi di manodopera’ maschile della Prima Guerra Mondiale, successivamente conobbe il suo grande splendore a cavallo delle due Guerre, con l’impiego di oltre 200 dipendenti, una forza-lavoro impressionante, che dette impulso a un costante e crescente processo di meccanizzazione. Tanto da divenire celebre agli occhi dei clienti d’Europa e d’America, una ‘fama’ che ancora oggi brilla di luce propria. Esattamente come una foglia d’oro o d’argento.
Visitando la sede operativa della Giusto Manetti Battiloro S.p.A., in Via Tosca Fiesoli a Campi Bisenzio, non si può non rimanere impressionati dallo stile inconfondibile dei prodotti, dalla cura, quasi maniacale, delle fasi di lavorazioni che portano alla creazione di una foglia d’oro, leggera come una piuma. I tempi sono lunghi, i processi delicati e si avvalgono dell’ausilio di macchine progettate e prodotte in loco: dalla creazione del lingotto tramite fusione - con l’utilizzo di una lega composta da oro, argento e rame – alla laminazione del lingotto, dal taglio del nastro d’oro fino alla spettacolare battitura eseguita dai martelli automatici in ferro, simili a tanti pistoni ‘impazziti’.
La foglia è pronta ora per essere tagliata: si tratta della fase più lunga, eseguita da mani esperte che rifiniscono le foglie con coltelli speciali a due lame, pronte per essere infine confezionate in piccoli libretti di carta velina.
“Fare il lavoro di famiglia è molto particolare e stimolante – ci raccontano Lorenzo, Angelica e Bonaccorso Manetti, continuatori, con i cugini, di una lunga tradizione artigiana giunta alla settima generazione – Riteniamo la familiarità un grande punto di forza.